Legge di Bilancio 2023, tutte le misure approvate

Taglio del cuneo fiscale, flat tax, pensioni e mutui. Il Senato ha approvato definitivamente la prima legge di Bilancio del governo Meloni per il 2023 che vale circa 35 miliardi di euro, di cui 21 peseranno sul deficit, per finanziare aiuti a imprese e famiglie contro il caro-energia. Le misure principali riguardano il taglio del cuneo fiscale e Quota 103 per le pensioni. Una parte delle coperture arrivano dal taglio dell’indicizzazione delle pensioni oltre 4 volte il minimo, circa 2.100 euro, che garantirà 2 miliardi di risparmi per i conti pubblici. Spazio anche alla stretta sul reddito di cittadinanza. Vediamo quali sono le principali misure approvate e cosa cambia a partire dall’inizio del 2023.

Caro-energia

La maggior parte delle risorse di questa Finanziaria, circa due terzi della manovra (21 miliardi) sono destinati a contrastare gli effetti del caro-energia per famiglie e imprese. Le misure, però, riguardano solo il primo trimestre del 2023. Sono stati prorogati i provvedimenti già approvati dal precedente governo Draghi. La soglia Isee per ricevere il bonus sociale sale da 12 a 15mila euro. Sale la tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche che sale al 50% sull’imponibile Ires e sull’incremento medio superiore al 10% sui 4 anni precedenti (2018-2021). Gli oneri di sistema sono stati nuovamente azzerati.

Flat tax

Tra le misure bandiera del nuovo esecutivo, la flat tax per le partite Iva in regime forfettario viene estesa dai 65mila euro di ricavi annui fino a 85mila euro. L’aliquota resta al 15% (al 5% per le nuove attività e per i primi 5 anni). Se si superano i 100mila euro di ricavi o compensi, la fuoriuscita dal regime è immediata, senza aspettare l’anno successivo. L’altra novità è la flat tax incrementale, per le partite Iva non soggette al regime forfettario, ma solo per il 2023: al posto delle aliquote Iperf, verrà applicata un’imposta sostitutiva al 15%, su una base imponibile non superiore a 40mila euro, pari alla differenza tra il reddito determinato nel 2023 e il reddito di importo più elevato dichiarato negli anni 2020, 2021, 2022. Viene applicata una franchigia del 5%. Facciamo un esempio per capire meglio. Un contribuente dichiara 135mila euro nel 2023 e nel precedente triennio, il reddito più alto dichiarato è stato di 105mila euro. La differenza è, quindi di 30mila euro. Il reddito più alto del triennio (105mila euro) viene ridotto del 5%, ossia di 5.250 euro. La base imponibile per la flat tax incrementale, quindi, diventa 24.750 euro (30mila meno 5.250 euro), su cui verrà applicata l’imposta sostitutiva al 15%, per un importo complessivo di 3.712,50 euro. Il risparmio fiscale, in questo caso, sfiora i 7mila euro.

Taglio del cuneo fiscale

I lavoratori dipendenti non avranno la possibilità di aderire alla flat tax ma è stato previsto un rafforzamento del taglio del cuneo fiscale. Nello specifico, si tratta di tre punti in meno sulle retribuzioni fino a 25mila euro e due punti in meno per quelle tra 25 e 35mila. La manovra prevede anche una “tregua fiscale” per le vecchie cartelle esattoriali non pagate, fino a mille euro, affidate alla riscossione dal 2000 al 2015. Verranno annullate anche le multe, nonostante siano legate alla decisione finale dei sindaci.

Famiglie: assegno unico rinforzato

Sale da 100 a 150 euro la maggiorazione forfettaria mensile per l’assegno unico per le famiglie con 4 o più figli, mentre è previsto un aumento del 50% dell’assegno per ogni figlio sotto un anno d’età e sotto i 3 anni per i nuclei con almeno tre figli e un Isee fino a 40mila euro. Tra le misure a sostegno delle famiglie, trova spazio anche il congedo parentale, che passa dal 30 all’80% per un mese aggiuntivo, anche per i papà. Viene introdotto il taglio dell’Iva al 5% per i pannolini, il latte in polvere, i seggiolini e altri prodotti per l’infanzia. Basta smart working semplificato per i genitori.

Reddito solo per 7 mesi

Il reddito di cittadinanza verrà abolito dal primo gennaio 2024, per essere sostituito con nuove misure di welfare. Nel 2023 il reddito sarà erogato solo per 7 mesi agli under 60 non disabili e senza figli minori, quelli che sono considerati “occupabili” e che dovranno frequentare per sei mesi un corso di formazione. Il governo deciderà a gennaio sull’eventualità di sospendere il reddito dopo il rifiuto di una sola offerta di lavoro. Tutti i componenti della famiglia che riceve il sussidio devono risiedere in Italia. I ragazzi tra i 18 e i 29 anni perderanno il diritto al reddito se non completano l’obbligo scolastico. Potenziati gli incentivi per le aziende che assumono percettori del reddito di cittadinanza e giovani under 36. Tornano i voucher, per prestazioni occasionali e per i lavoratori stagionali nel turismo e in agricoltura, con il tetto massimo che sale da 5mila a 10mila euro l’anno.

Pensioni, si passa a Quota 103

Tra le novità della manovra, in ambito pensionistico, c’è il passaggio da Quota 102 a Quota 103. Nel 2023 potranno, quindi, andare in pensione anticipata i lavoratori con almeno 41 anni di contributi e 62 anni d’età. Si tratta, secondo le stime del governo, di una platea potenziale di circa 41mila lavoratori. Prorogata l’Ape sociale nel 2023 come Opzione donna ma con dei nuovi requisiti più stringenti: potranno utilizzarla solo invalide, caregiver e licenziate. Chi ha i requisiti per Quota 103 ma resta al lavoro, può optare per il “bonus Maroni” e ricevere in busta paga il 9,19% in più, pari alla sua quota di contributi

Tetto di 5mila euro per i contanti

Si potranno effettuare pagamenti in contanti fino a 5mila euro; il precedente limite era di 2mila euro. Per i pagamenti digitali, dopo il braccio di ferro con Bruxelles, resta tutto invariato: gli esercenti sono obbligati ad accettare pagamenti con carte o app di qualsiasi importo, la sanzione per chi non dovesse accettarli è di 30 euro più il 4% del valore della spesa.

Mutui e Superbonus

Per quanto riguarda le misure che interessano la casa, sarà più facile passare da un mutuo a tasso variabile a uno a tasso fisso. Lo potrà fare chi ha un Isee fino a 35mila euro, in regola con i pagamenti e un debito residuo fino a 200mila euro. Sconto del 50% per chi acquista case green, di classe A o B, direttamente dal costruttore, entro il 31 dicembre 2023. Confermati, infine, tutti i bonus edilizi: sisma, eco, bonus verde, ristrutturazione ma non quello facciate. Prorogato al 31 dicembre 2022 il termine della Cilas per il Superbonus 110% per i condomini. Nel 2023 il Superbonus scenderà al 90%. Confermato il bonus mobili, per chi ristruttura casa, fino a 8mila euro.

“Salva sport”

Tra le misure più discusse, quella che consente di saldare il debito verso lo Stato (900 milioni di euro) per i contributi non versati durante la pandemia, a tutte le società sportive, le federazioni, società dilettantistiche e professionistiche, i club di Serie A, in 60 rate fino al 2027, con una maggiorazione del 3%. Si tratta del cosiddetto “Salva sport” e prevede che il mancato pagamento di una rata implichi la perdita del beneficio.

Irpef 2022, cosa cambia e chi ci guadagna con le nuove aliquote

Cambia la tassazione per i lavoratori dipendenti. Con la legge di Bilancio 2022 gli scaglioni Irpef sono diminuiti da cinque a quattro. L’aliquota d’imposta per i lavoratori dipendenti è del 23% per i redditi fino a 15mila euro; del 25% per quelli compresi tra i 15mila e i 28mila euro; del 35% per i redditi fra 28mila e 50mila euro e, infine, del 43% per i redditi superiori ai 50mila euro. Il fine della riforma fiscale è quello di alleggerire la pressione sui redditi medi. Addio all’Irap per i lavoratori autonomi, le ditte individuali, e i liberi professionisti.

Irpef, nel 2020 vale 187 miliardi

L’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, è tra le tasse più rilevanti per le casse dell’Erario. Tanto per rendere l’idea, nel 2020 l’importo complessivo ha superato i 187 miliardi di euro, pari a più di un terzo del totale delle entrate tributarie, nonostante un calo del 2,2% rispetto all’anno precedente, a causa delle misure adottate per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Si tratta di una tassa che riguarda le persone fisiche e, in alcuni casi, le società che però la versano attraverso i soci. Chi risiede in Italia paga sui redditi prodotti in Italia o all’estero, chi invece non è residente è tenuto a versare l’imposta solo relativamente ai redditi prodotti nel territorio italiano.

Risparmi per chi guadagna 40mila euro

Chi ci guadagna con le quattro nuove aliquote in vigore dal 2022? Secondo i calcoli di Altroconsumo, i lavoratori dipendenti con redditi lordi annui di 40mila euro possono risparmiare 945 euro di tasse, mentre in busta paga resteranno solo 153 euro in più per chi guadagna 35mila euro lordi all’anno. E chi ha uno stipendio da 60mila euro lordi? Il vantaggio fiscale cala a 570 euro, cifra che scende ulteriormente a 270 euro per retribuzioni che superano gli 80mila euro all’anno. Tra i pensionati, il risparmio massimo arriva a 758 euro per chi incassa assegni da 50mila euro all’anno. Si scende poi a 452 euro e a 470 euro per pensioni rispettivamente da 40 e 65mila euro all’anno. Si ritroveranno in tasca solo 120 euro in più all’anno i pensionati che incassano 25mila euro all’anno.

 

Le previsioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio

Sono leggermente diverse le previsioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) sui vantaggi della riforma fiscale. Secondo l’Ufficio, “la riduzione di imposta in valore assoluto è maggiore nelle classi di reddito medio-alte, con un beneficio medio di circa 765 euro per i contribuenti con reddito imponibile tra i 42mila e i 54mila euro, fascia maggiormente interessata dalla operazione di regolarizzazione delle aliquote marginali per i lavoratori dipendenti e che consegue anche il beneficio massimo in termini relativi (2%)”. Secondo l’Upb, la riforma garantirà maggiori vantaggi ai lavoratori dipendenti, con 4 miliardi di euro di risorse stanziate, pari al 55%, mentre ai pensionati andranno solo 2,9 miliardi.

Come cambia il bonus Renzi

Per fare i conti precisi di quanto nel 2022 resterà in tasca e quanto, invece, occorrerà sborsare per pagare le tasse, bisogna anche tenere in considerazione il peso delle detrazioni fiscali. L’ex bonus Renzi, inizialmente di 80 euro al mese, innalzato poi a 100 euro al mese, non viene abolito ma resterà solo per i dipendenti con redditi fino a 15mila euro. In determinate condizioni, resterà valido anche per i lavoratori che arrivano a guadagnare fino a 28mila euro all’anno. Nello specifico, per i redditi compresi tra i 15 e i 28mila euro, il bonus può essere ridotto, o anche non corrisposto, se altre detrazioni (per esempio familiari a carico, lavoro dipendente, mutuo prima casa e lavori edilizi) superano l’imposta dovuta.

Detrazioni fiscali più alte

Per i lavoratori dipendenti che guadagnano più di 28mila euro annui, il bonus Renzi non sarà più corrisposto (fino al 2021 spettava a redditi non superiori a 40mila euro all’anno). L’agevolazione sarà sostituita con nuove e più alte detrazioni fiscali riconosciute sul reddito da lavoro. L’importo massimo sarà di 3.100 euro, a cui sia aggiungono 65 euro per i contribuenti con redditi tra i 25mila e i 35mila euro. Per quanto riguarda gli sgravi fiscali, si applicano solo ai redditi che non superano la soglia limite di 50mila euro.

Cosa cambia per le partite Iva

Nella legge di Bilancio 2022 è stata prevista l’abolizione dell’Irap per i lavoratori autonomi, le ditte individuali, e i liberi professionisti. Per semplificare, per le partite Iva che non aderiscono al regime forfettario (già esentato dal pagamento Irap), l’ultimo versamento Irap sarà il saldo dell’imposta 2021, da regolare a giugno 2022, dal momento che la tassa è stata cancellata a partire dall’anno fiscale 2022. Resta da valutare se con i successivi decreti legislativi, che il governo dovrà emanare entro diciotto mesi dalla data di entrate in vigore della legge di Bilancio, in tema di revisione del sistema fiscale, sarà ampliata la platea dei beneficiari. Nelle prossime settimane, con la legge delega, non sono esclusi interventi che riguardano l’obbligo di fatturazione elettronica anche per le partite Iva in regime forfettario.