E-commerce e Iva: ecco perché il regime OSS semplifica le vendite online

Dal 1° luglio 2021 sono cambiate le regole sull’applicazione dell’IVA sui beni acquistati e venduti online, grazie all’introduzione del regime OSS. L’intento è quello di rendere più facili le transazioni commerciali elettroniche tra Paesi dell’Unione Europea, facendo diminuire le frodi e assicurando alle imprese Ue condizioni di parità con le imprese di Paesi terzi. Le “vendite intracomunitarie a distanza” sono soggette a una nuova normativa fiscale: si applica l’Iva nel Paese di provenienza dei beni solo se il valore di questi non supera i 10.000 euro nell’anno nella comunità europea. Oltrepassata tale soglia, l’imposta sarà applicata in riferimento all’aliquota del Paese di destinazione.

IVA OSS per Ecommerce

I vantaggi del nuovo regime OSS

La normativa fiscale è cambiata con il D.Lgs. n. 83/2021 che recepisce nell’ordinamento italiano gli articoli di riferimento della Direttiva Ue 2017/2455. La novità riguarda l’introduzione del regime Iva opzionale OSS (Open Shop Stop) che consente all’operatore economico, ossia al venditore, che decide di sottoscriverlo, di effettuare la registrazione telematica Iva in un solo Stato Ue per tutte le vendite a distanza di beni/servizi effettuate nei confronti dei consumatori privati. Questa possibilità facilita le transazioni online e prevede la presentazione di una dichiarazione telematica trimestrale unica ai fini Iva e contestuale versamento dell’importo dovuto.

Perché il regime Iva OSS semplifica le vendite

Le nuove regole rendono più semplici le compravendite online perché l’adesione al regine Iva OSS, che sostituisce il precedente MOSS, consente a chi vende un prodotto per via telematica di non identificarsi ai fine Iva in tutti gli Stati membri in cui vende i prodotti. Questo significa meno incombenze fiscali. Con la dichiarazione telematica trimestrale Iva si effettua un unico versamento per l’Iva dovuta in tutti gli Stati membri di consumo. 

Come pagare l’Iva secondo il regime OSS

L’operatore economico, sempre il venditore, per l’Agenzia delle Entrate “soggetto passivo”, che si iscrive all’OSS, pagherà l’Iva dovuta allo Stato membro di identificazione, applicando le aliquote proprie degli Stati membri di consumo. Facciamo un esempio. Nel caso si registrasse in Italia, fino a 10.000 euro l’Iva sarà quella applicata dall’Italia, con aliquota ordinaria al 22%. Se dovesse superare i 10.000 euro di vendite in tutti gli stati UE, allora l’Iva applicata sarà quella calcolata con le aliquote degli Stati membri di consumo. La semplificazione sta nel fatto che il “soggetto passivo” pagherà direttamente in Italia l’importo risultante della dichiarazione Iva, relativo alle operazioni effettuate all’interno della Ue. Spetterà poi allo Stato italiano provvedere a ripartire gli importi spettanti ai vari Stati comunitari. 

Commercio online in crescita

Le vendite sul web hanno fatto registrare un’impennata nel 2020, soprattutto a causa del lockdown. L’Istat ha evidenziato un aumento del +34% del commercio elettronico tra gennaio e dicembre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. A dicembre 2020 le vendite online hanno messo a segno un aumento del 33,8% rispetto ai dodici mesi precedenti. L’anno scorso, sempre secondo l’ultimo rapporto Istat, è stato un anno difficile per il commercio (-5,4%), ma con le vendite online in aumento, insieme all’utilizzo di pagamenti elettronici. 

Dichiarazione Iva OSS e versamento dell’imposta

La dichiarazione Iva per i soggetti passivi che hanno aderito al regime OSS deve essere presentata, per via telematica, per ciascun periodo di imposta, entro la fine del mese successivo al termine di ciascun trimestre. È bene precisare che la dichiarazione Iva dovrà essere presentata anche se non è stata effettuata alcuna operazione nel corso del trimestre di riferimento. I soggetti registrati al regime OSS la presenteranno direttamente o tramite un intermediario abilitato.

Gestione fiscale e contabile. Fare la scelta giusta

Per la gestione fiscale e contabile della propria attività è importante fare la scelta giusta. Ci sono delle incombenze da rispettare, sia nella fase di costituzione che in quella di gestione della contabilità. Anche per questo motivo, quindi, è bene affidarsi ad un consulente o uno studio contabile che sappia fornire il supporto necessario in ogni fase del processo di avvio della nuova attività. Dalla scelta del regime fiscale, fino alla gestione ordinaria degli aspetti fiscali.