E-commerce: gli obblighi fiscali per iniziare a vendere online

E-commerce e obblighi fiscali
Fonte: eCommerce B2c in Italia: aumenta il mercato, ma cresce il valore? – Osservatorio eCommerce B2c

In Europa il mercato dell’e-commerce segna un aumento di vendite di prodotti che crescono quattro volte più velocemente delle vendite offline. I dati sono quelli del rapporto Future opportunities in FMCG- e-commerce, di Nielsen e si focalizzano sull’e-grocery, ossia l’e-commerce nel largo consumo, in 34 mercati. Tra le evidenze, c’è quella di un’espansione decisa nei prossimi anni, con un tasso di crescita medio del 18,4 per cento annuo, con le vendite globali che raggiungeranno i 400 miliardi di dollari entro il 2022.

I settori

Gli acquisti online in Italia nel 2019 valgono 31,6 miliardi di euro, guardando i dati relativi dell’Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm. Il valore degli acquisti online da smartphone costituisce il 40% dell’e-commerce totale: quest’anno il telefonino diventerà il primo canale per l’e-commerce. L’Arredamento segna la crescita più importante (+30%, 1,7 miliardi di euro), insieme al Food&Grocery (+42%, 1,6 miliardi di euro). I servizi, Turismo e Trasporti, pesano per 10,9 miliardi di euro.

Quali sono i Paesi che vendono di più

Nella classifica dei Paesi che vendono maggiormente online, la Cina si conferma il primo mercato, con oltre mille miliardi di euro. Seguono gli Stati Uniti, con 620 miliardi di euro nel
2018 e poi l’Europa con 600 miliardi di euro, dove primeggiano Francia, Germania e Regno Unito. Più arretrata l’Italia ma in crescita.

Cosa si deve fare, quindi, per iniziare un’attività di e-commerce?

Il primo passo: aprire la partita Iva

Per prima cosa occorre scegliere la forma giuridica con il proprio consulente. La ditta individuale è l’opzione più rapida, oppure si può optare per una società se si è in presenza
di soci. Questa seconda possibilità, però, prevede la costituzione dal notaio.

Scegliere il tipo di attività

Il passo successivo da compiere, una volta definita la forma giuridica, è distinguere il commercio elettronico di prodotti alimentari e non alimentari: il primo comporta più adempimenti. Le comunicazioni/adempimenti (apertura partita Iva, Scia, iscrizione in CCIAA e iscrizione all’Inps) oggi vengono semplificate in un’unica pratica che si chiama COMUNICA. Si può presentare direttamente online alla Camera di commercio tramite un intermediario. Occorre anche attivare un indirizzo di posta certificata, al momento dell’iscrizione in Camera di commercio e una firma digitale, che è diversa dallo Spid (identità digitale).

Occhio alle commissioni

I guadagni possono variare anche in base al canale che si sceglie per vendere. Per questo occorre fare una valutazione approfondita sulle piattaforme più idonee per vendere i propri prodotti (Amazon, Etsy, eBay) e verificare la percentuale di commissioni che vengono trattenute sul prodotto venduto ed eventuale costo fisso richiesto mensilmente o all’iscrizione.

Sempre nell’ottica di massimizzare i guadagni, sarà buona regola passare in rassegna i conti correnti bancari, al fine di individuare quello più economico: costi come il canone mensile o quello sulle transazioni possono influire negativamente sugli incassi.

Le forme di pagamento

Maggiori sono i metodi di pagamento accettati, più alte sono le probabilità di aumentare il numero di clienti. Meglio ampliare quindi i tipi di pagamenti accettati (PayPal, Satispay e, ovviamente, carta di credito), tenendo in considerazione sempre i costi fissi da riconoscere alla piattaforma. Con l’avvento della fatturazione elettronica (non obbligatoria per il regime forfettario), è bene informarsi anche sul software da utilizzare.

Il regime fiscale

La convinzione diffusa è che il regime forfettario sia quello più conveniente. Nella maggior parte dei casi è così, ma non sempre. Se si sceglie di aprire una ditta individuale, quindi, occorre verificare la convenienza. Oltre al regime fiscale ci sarà da considerare anche il costo che si deve sostenere per la gestione della previdenza obbligatoria (Inps). Sia che si scelga la forma individuale o la forma di società, l’imprenditore o l’amministratore dovrà almeno pagare i contributi fissi Inps sul minimale che per il 2020 ammontano a 3.850,52 euro da versare in rate trimestrali, ognuna da 962,64 euro.

Gestione fiscale e contabile. Fare la scelta giusta

Tirando le somme, avviare un’attività di e-commerce non è una passeggiata. Ci sono delle incombenze da rispettare, sia nella fase di costituzione che in quella di gestione della contabilità. Anche per questo motivo, quindi, è bene affidarsi ad un consulente o uno studio contabile che sappia fornire il supporto necessario in ogni fase del processo di avvio della nuova attività. Dalla scelta del regime fiscale, fino alla gestione ordinaria degli aspetti fiscali.